Tè verde

Tè, una bevanda che ha attraversato secoli e chilometri.

Il è sicuramente tra le bevande più conosciute e consumate dell’intero pianeta. Se pur non mancano leggende che fanno risalire la scoperta e il uso alla protostoria, la sua storia inizia probabilmente in Cina intorno al III secolo, usato inizialmente come bevanda rituale, ha finito poi per essere conosciuto ed usato su larga scala in tutto il continente asiatico e rapidamente anche nel resto del globo. La prima menzione del in uno scritto europeo risale al XVI secolo, stesso periodo nel quale in Giappone veniva messa a punto la cerimonia del (Cha no yu). Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, in Europa i primi a consumare non furono gli Inglesi, ma gli Olandesi, che per primi, agli inizi del XVII secolo lo importarono nel continente europeo ed americano.

 

Sono innumerevoli i tipi di trovabili in commercio, ma provengono tutti dalla stessa specie, la Camelia sinensis. La differenza tra le varie tipologie è data principalmente dal trattamento post raccolta effettuato sulle foglie. Il nome della tipologia dipende quindi dall’ossidazione delle foglie, per cui avremo il verde da foglie non ossidate, il nero da foglie completamente ossidate, ed una variante intermedia tra le due ossidazioni detta oolong. Possono esserci altre varianti e nomi date sempre dal particolare tipo di ossidazione. Mentre il nome della variante viene solitamente dato dalla regione di coltivazione, come ad esempio il Darjeeling, nero coltivato nell’omonima regione Indiana o da altri fattori importanti, come nel caso del Lu Mu Dan, che deve il suo nome (“Peonia verde”) alla forma caratteristica nel quale vengono intrecciati i germogli.

 

Noi siamo spesso abituati a preparare il in maniera identica, indipendentemente dalla tipologia o varietà. In realtà ogni varietà sprigiona il meglio delle sue caratteristiche se opportunamente infuso. Il nero ama una temperatura dell’acqua decisamente elevata (anche oltre i 90°), mentre i verdi e bianchi si assaporano meglio se infusi in acqua dalla temperatura non superiore ai 70°/80°. Stesso discorso vale per i minuti d’infusione, che pur variando dai pochi secondi a ben oltre i 10 minuti in base alla specifica varietà e tradizioni, dovrebbero essere orientativamente di 1-2 minuti per i verdi e bianchi e 2-3 per gli oolong e neri.

 

Infusore te

 

Il oltre ad i suoi usi cerimoniali e ricreativi è stato anche importante protagonista di avvenimenti storici. Come nel 1773, quando nel porto di Boston per protesta contro le tassazioni inglesi, alcuni coloni americani riversarono tutto il carico di delle navi. Anche nella letteratura il è di sovente un importante elemento, come nel caso di “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, dove il cappellaio matto e la lepre sono intenti a bere (o non bere) del tè. Oppure come nel romanzo “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust, dove il riesce addirittura a sollevare l’animo e la considerazione di sé, tanto per citare alcuni esempi. E se il suo fascino è indiscutibile, il è altrettanto carico di proprietà benefiche, alcune delle quali dimostrate scientificamente. La teanina, ad esempio, con le sue proprietà psicoattive, è in grado di ridurre lo stress e forse, anche se non ancora scientificamente dimostrato, ha un impatto positivo sul sistema immunitario.

 

Non ci resta quindi che bere una buona tazza di tè, che siano le 17, come vogliono gli Inglesi o in qualsiasi orario ci sia più congeniale!
Se volete dare un tocco nuovo ai vostri infusi, potreste utilizzare una delle mie infusiere personalizzate. Date un’occhiata al mio negozio.

 

E voi che tè preferite? Avete il vostro rito del tè personale? Lo bevete liscio, con latte o con limone? Raccontatemi del vostro rapporto con questa nobile ed antica bevanda.

Maker Faire 2017

Maker Faire, una finestra sull’innovazione

Maker Faire, tappa Obbligatoria per gli amanti della tecnologia, dell’innovazione, ma anche dell’artigianato 4.0.
Si tiene a Roma, la quinta edizione europea del Maker Faire dal 1 al 3 Dicembre ospitata dalle strutture di “fiera di Roma”.
Il Maker Faire si propone di riunire in una intensa tre giorni, tutte le novità tecnologiche accorse durante l’anno. Dalle più grandi aziende al singolo “Maker” (così vengono chiamati i partecipanti e in generale gli “artigiani digitali”) in centinaia si avvicendano per esporre le loro idee, prototipi e creazioni finite.
I campi e i temi affrontati sono i più disparati, si va dall’automazione dei processi industriali, alle collane in materiale plastico riciclato, passando per le serre idroponiche e la domotica.
In sette padiglioni dalle dimensioni colossali si suddividono le aree a tema specifico che ospitano i Makers. A seconda dell’ingresso vi troverete a partire dal padiglione 10, per l’ingresso Nord e Sud, con le stanze dedicate alle conferenze o inspiegabilmente, al padiglione 4, con la sezione “young makers” dedicata ai giovanissimi, dall’ingresso Est.
Quando, e se, vi sarete dati pace per l’apparentemente inspiegabile partenza della numerazione dal padiglione 4, scoprirete che muoversi tra le varie aree è meno scematico ed intuitivo di quanto si possa pensare (o forse dovevamo immaginarlo date le premesse sulla numerazione :-p ). Se pur ottimizzati, ampi e ben suddivisi, gli spazi espositivi finiscono per creare labirinti interni. Con facilità potreste scoprire di aver saltato una buona parte di stand perché non vi è un vero e proprio percorso da seguire e spesso le aree non sono nettamente divise dalle altre. Mentre l’ampiezza delle sale, tende a generare la sensazione che ci sia poco da vedere, il ristretto spazio dato agli stand non consente un’ottimale fruizione degli stessi. Si passa quindi dal desertico vuoto dei corridoi tra gli stand, al sovraffollamento ingestibile delle nicchie dedicate ai Makers.
In una moltitudine tale d’input, la capacità dei Makers di affascinare il visitatore è fondamentale. Di sovente alcuni Makers tendono a sottovalutare l’impatto visivo dello stand, limitandosi alla loro presenza e a qualche brochure. Purtroppo finiscono spesso per non ricevere l’attenzione che magari il loro progetto meriterebbe.
Se visiterete il Maker Faire, io vi suggerisco di soffermarvi comunque su quegli stand visivamente poco loquaci, perché potrebbero nascondere una positiva sorpresa per la vostra, spero, insaziabile curiosità.
Ma tralasciando gli aspetti funzionali della location e del Maker Faire passiamo a quello che conta davvero: i contenuti e i progetti esposti dai Makers:

 

La stampante 3D, ancora una volta regina del Maker Faire.

 

Indubbiamente grande protagonista di ogni edizione è la stampante 3D*link, quest’anno finalmente con qualcosa di nuovo da raccontare grazie ad i nuovi modelli ed alla presenza del doppio estrusore, che consente la stampa in più colori.
Da annoverare tra i presenti, sicuramente il team di ARMAMENTARIUM. Con la loro armatura gigante e la stampante 3d di dimensioni colossali non passano certamente inosservati.
Lo stand della PRUSA, che con il nuovo modello crea un effettivo salto in avanti. Personalmente ho molto apprezzato la riproduzione di una cellula stampata in 3d in multicolor, immaginate i vantaggi che la stampa 3d potrebbe portare alla didattica, oltre a tutti gli sconfinati campi nel quale potrebbe fare la differenza una tecnologia simile.
Anche la 3DARTrevolution ha attirato prepotentemente la mia attenzione, grazie all’utilizzo di modelli di stampante 3D avanzati e per i prototipi da loro esposti, come la sedia da scrivania e gli accessori quali borse ed orologi. Grazie ai quali anche il più scettico può cogliere le potenzialità pratiche di una stampante 3d.
Immancabile la versione “a cemento”, questa volta, purtroppo, in una sua scala ridotta. Poco affascinante rispetto agli anni passati e puramente dimostrativa.
Se pur dai costi non esattamente accessibili, mi sento di segnalare la Felfil che stando a quanto esplicato dai loro dépliant e informazioni, è un estrusore in grado creare filamenti anche da scarti plastici.

 

Stampa 3D Maker Faire 2017
Stampa 3D Maker Faire 2017

 

La robotica, amaro rammarico rispetto alle edizioni passate.

 

Pur vantando ottime presenze, non racconta molto di nuovo, anzi, l’impatto che si ha entrando nel padiglione 6, quello denominato LIFE/ROBOTS, è di un passo indietro rispetto agli anni precedenti. Stretti in quello che sembra un recinto per animali in cattività i robots presenti non riescono a comunicare grandi passi in avanti, alcuni sembrano usciti da un film degli anni 80, altri sembrano la versione beta di quelli presentati l’anno precedente e nessuno riesce a convincere sulla possibilità che i robot stiano già per entrare nelle case di ognuno di noi. Se lo faranno, è perché sentirete il desiderio di aprire le gabbie e portarli in salvo per dargli un posto sicuro dove arrugginire in libertà.
Dello stesso padiglione, invece, va elogiata la sezione biomedica, per i passi sempre più grandi che compie. Delle protesi mioelettriche come la Adam’s Hand alla curiosa iniziativa in musica di Assobiomedica. Senza dimenticare progetti importantissimi come SMArty, che potrebbero dare fondamentali svolte nella vita quotidiana di chi ne ha bisogno.
bisognerebbe menzionare tutti, perché estremamente meritevoli di attenzione, se volete approfondire i makers presenti vi consiglio vivamente di visitare la pagina dedicata sul sito del Maker Faire.

 

Agricoltura 4.0: acquaponica e nuove frontiere del cibo.

 

Se anche la vostra mente è ormai distorta dall’influenza di apocalissi cinematografiche, entrando nel padiglione 9 proverete una certa sensazione di sollievo. Tra rigogliose lattughe e funzionali strutture in legno, avrete la sensazione che sopravvivere a un epidemia zombie, è possibile!
Certo, non sarà come raccogliere i pomodori nel campo baciato dal sole, ma la violacea luce di un sistema idroponico risulterà sicuramente rassicurante. Volendo si potrebbe considerare anche l’ipotesi di avere compagnia nel bunker anti atomico, grazie ai sistemi di acquaponica. Oppure, se il tipo di apocalisse lo consente, potremmo optare per una versione “green” del buon caro tamagotchi, grazie all’interessante progetto FOGLIA.

 

Grandi marchi, i veri assenti di questa edizione.

 

Non so se sia stata una scelta degli organizzatori o la decione delle singole aziende, ma quest’anno al Maker Faire 2017, non erano presenti i nomi più altisonanti, come Intel, Google, texas instrument e via dicendo. Una tendenza iniziata nell’edizione precedente dalla instructables, che però stupisce per la considerevole portata del fenomeno. La loro mancanza si riflette non in termini di necessità, ma in termini di scenicità, trovare il singolo Maker affiancato dagli imponenti stend delle grandi aziende, dava risalto sia all’uno che all’altro, creando un senso di vera coesione tra il mondo dell’innovazione in tutte le sue sfaccettature.

 

L’artigianato del futuro esce allo scoperto.

 

Non più rilegato nello scantinato (Letteralmente) come nella seconda edizione del Maker faire, ma integrato in base alle tematiche, acquisisce maggiore visibilità. Cogliendo lo spirito che le nuove tecnologie ci propongono, si smussa anno dopo anno il confine tra Makers. Ne è un chiaro esempio il progetto Uncinetto Type-D.
Meno tecnologico, ma di sicuro impatto visivo, è lo stand di Pulsar-Moonlight, con le sue “spaziali” creazioni. Non mancando di passare per un caloroso sorriso dallo stand di Daphnedj deco.

 

Maker Fair forse un po’ sottotono, per alcuni aspetti, rispetto alle edizioni passate, ma sicuramente meritevole e con importanti novità e progetti da mostrare. Assolutamente imperdibile per chi ama l’innovazione e per chi vuole allargare i propri orizzonti. Si conferma in ogni caso, per quanto mi riguarda, l’evento più atteso e meritevole dell’anno.

 

Se anche voi siete andati, o andrete, fatemi sapere cosa ne pensate!

Cani, gatti e altri animali da compagnia

Cani, gatti e altri animali da compagnia: un aiuto per la loro gestione

Cani, gatti e gli altri animali da compagnia sono preziosi compagni di vita.
E’ ormai studiato e risaputo che vivere con un animale domestico, sin dalla tenera età, aiuta a diminuire l’insorgere di possibili future allergie. Sono impiegati nella pet therapy, per aiutare malati grandi e piccoli. Vengono addestrati per assistere chi soffre di diabete, per potersi accorgere in tempo dell’insorgere di una crisi. L’elenco di quanto effettivamente preziosa sia la compagnia di un animale domestico potrebbe continuare a lungo, ma chi ha avuto la fortuna di godere della loro compagnia, sa che non c’è bisogno di alcun “valido motivo”, studio o convincimento, basta la loro presenza. Il calore e la compagnia che sono capaci di donare, spesso eguaglia, o talvolta supera, quella di qualsiasi altro nostro simile. Talvolta basta guardarli mentre dormono, quando giocano o mentre combinano qualcosa di tenero o buffo, per migliorare l’umore dell’intera giornata.

 

Io ho due pesti canine, Iris e Nanà, una nera ed una bianca. Letteralmente lo yin e lo yang, si completano e contrastano allo stesso tempo. Passano per marcati estremi: una ama il caldo, l’altra il freddo, una uscire a tarda sera, l’altra vorrebbe non dover mettere zampa fuori dopo il tramonto, una ama il pesce, l’altra scappa al solo odore. Anche fisicamente, oltre che per il colore, sono agli antipodi, una è alta e slanciata, l’altra bassa e tozza, ma in fatto di agilità le cose si ribaltano: quella slanciata risulta impacciata e l’altra sorprendentemente agile. Una è praticamente impermeabile come le anatre, l’altra sembra un cencio da strizzare dopo che una sola goccia di pioggia la sfiora. :-p Chi vorrà seguirmi in quest’avventura telematica, man mano finirà per conoscerle meglio.

 

Avere nella propria vita un animale domestico, cani, gatti, tartarughe o quant’altro, ha innumerevoli ed innegabili pregi, ma occuparsene al meglio implica comunque un impegno serio e non indifferente.
Tra questi impegni, uno dei più importanti è la loro alimentazione. In una giungla di informazioni tra veterinari, esperti di settore, internet e passa parola, si finisce spesso nella più totale confusione. Ma piano piano si impara a gestire al meglio questo aspetto, capendo cosa, e in che quantità sia idoneo per il nostro amico a due, quattro, otto (non solo cani e conigli, anche i ragni possono diventare fedeli compagni di avventure) zampe o anche nessuna nel caso di pesci o serpenti. XD Una volta individuato cosa era meglio per le mie due tritacibo, il problema è stato rappresentato dall’approvigionamento. Mi muovo a piedi o con i mezzi pubblici, indipendentemente dall’efficienza di questi ultimi, non è mai completamente agevole girare in lungo ed in largo alla ricerca della migliore combinazione qualità/prezzo, per poi tornare carichi come la befana il 6 notte.

In mio aiuto, è arrivato Amazon che da poco ha aperto una sezione dedicata nel proprio sito: Prodotti per animali domestici . Io però, in seguito al suggerimento di un’amica, da ormai un anno esatto, utilizzo il servizio Amazon Pantry. Amazon pantry non è limitato ai soli prodotti per animali, è praticamente a tutti gli effetti un servizio di spesa a domicilio (chiaramente ad eccezione degli alimenti deperibili).

Per farla breve: si ha a disposizione una scatola da riempire, man mano che si aggiungono oggetti al carrello, aumenta la percentuale di spazio occupato. Lo spazio viene occupato in modo diverso da ogni prodotto, secondo la dimensione, il peso e la fragilità dello stesso. Ad esempio: una bustina di patatine potrebbe occupare percentualmente più spazio di un pacco di pasta, perché necessita di adeguato volume per non arrivare nelle nostre case distrutta. Una volta raggiunto il 100% o indipendentemente da questo, quando avete messo nel carrello quello che vi serviva, procedete all’ordine ed entro un paio di giorni al massimo la vostra spesa vi arriverà comodamente a casa. Il costo della scatola è di €3.99, ma spesso viene azzerato tramite promozioni di varia natura, oppure acquistando 5 prodotti tra quelli elencati nella pagina: Promozione Pantry . (variano spesso quindi conviene sempre controllare quando ci sono prodotti più congeniali alle proprie necessità). Io lo utilizzo, oltre che per comprare il cibo per i miei due cani, anche per alimenti “pesanti” da trasportare, come scatolame vario, conserve e via dicendo e per qualche sfizio poco salutare come snack e patatine, perché oltre ad essere comodo come servizio, ha anche prezzi piuttosto competitivi.
Quindi se anche per voi non è agevole portarvi dietro chili e chili di cibo per animali o semplicemente vorreste godere della comodità di avere a casa tutto quello che vi serve, senza sforzi e senza perdere tempo tra negozi vari e supermercati, vi consiglio di provare. Per me ha rappresentato davvero la differenza.
Inoltre, come potete vedere dalla foto, non sono l’unica ad apprezzare la comodità del servizio :-p

Nana amazon pantry

Man mano conoscerete meglio le storie di Iris e Nanà, ma nel mentre raccontatemi le vostre! Avete un animale con voi? Come si chiama? Vola, cammina, striscia, nuota…? E se non condividete la vostra vita con nessun animale, quale vorreste con voi? : )

Orecchini e Phone strap boccino Harry Potter

Orecchini e phone strap in stile Boccino d’oro di Harry Potter

Il Boccino d’oro è una speciale palla utilizzata nel magico gioco del Quidditch di Harry Potter, ora potrete portarne sempre uno con voi con gli Orecchini o con il Phone strap.

Per chi non sapesse cos’è il Quidditch: è uno sport magico nell’universo fantastico di Harry Potter creato dalla scrittrice della saga J.K. Rowling. Viene giocato a cavallo di scope volanti, su di un campo ovale alla quale estremità, similarmente al rugby, sono posti tre cerchi.
In campo sono presenti palle con diverse peculiarità:

  • La pluffa, palla di cuoio rosso che viene utilizzata per segnare punti facendola passare attraverso uno dei tre cerchi alle estremità del campo.
  • I bolidi, palle di ferro che servono ad ostacolare i giocatori fin anche a disarcionarli e rendere il gioco più difficile.
  • il nostro caro Boccino d’oro, una magica palla alata di dimensioni molto ridotte e velocissima nei movimenti. Se catturata dà diritto a 150 punti, decretando la vittoria della squadra.

Per ogni squadra vengono schierati sette giocatori:

  • 3 Cacciatori, con il compito di far entrare la pluffa negli anelli avversari.
  • 2 Battitori, impegnati nella difesa dei compagni dai bolidi. Sono armati di mazza e tal volta possono sfruttare a loro vantaggio i bolidi indirizzandoli verso i giocatori della squadra rivale.
  • 1 Portiere, con l’obiettivo di difendere gli anelli della propria metà campo dai lanci della pluffa.
  • 1 Cercatore, incaricato di inseguire ed afferrare lo sfuggente boccino d’oro.

La più completa trattazione sul Quidditch è lo pseudobiblion (libro non realmente esistente citato in un libro reale) “il Quidditch attraverso i secoli” successivamente scritto per scopi benefici dalla stessa J. K. Rowlins nel 2001.
Vi è anche una versione “babbana” (Persone senza poteri magici e spesso ignari della presenza magica nel mondo) del Quidditch nel mondo reale. A partire dal 2005 nel Middlebury College del Vermont ha preso piede come sport a tutti gli effetti e poi diffuso a livello quasi globale, con tornei e campionati. Se quindi il vostro sogno è sempre stato giocarci, in un certo senso, potreste riuscire a realizzarlo! Per maggiori informazioni potete dare un’occhiata alla pagina Wikipedia sul Quidditch Babbano dove trovate anche una lista di alcune squadre italiane ed è proprio l’Italia che ospiterà la prossima coppa del mondo: IQA World Cup 2018

Ma per catturare il Boccino d’oro non è indispensabile giocare a Quidditch, ne’ rincorrerlo in lungo e largo. Vi basterà andare sul mio Negozio on-line e scegliere quale versione preferite di più, tra gli Orecchini o Phone Strap ispirati allo stile di Harry Potter. Per crearli ho utilizzato delle perline in ceramica, che grazie alla loro lucentezza ricreano i giochi di luce del Boccino d’oro. Condividete insieme a me la vostra passione con il resto del mondo grazie a questi articoli e se invece non siete ancora entrati nel mondo della magia di Harry Potter, quale momento migliore per farlo?

memo cornice

Memo cornice: il quadro che si trasforma in lavagna

Memo cornice? La mia memoria è strana, ricordo conversazioni testualmente per anni, se mi dici “tra sei anni vediamoci qui alle 18:00” lo ricorderò con esattezza, posso dirti con precisione com’eri vestito quel giorno di otto mesi fa, ma di contro potrei tranquillamente uscire di casa senza borsa o dimenticare dove stavo andando o cosa stavo facendo nel momento in cui lo stavo facendo.
Per cercare di ovviare a questo gap, ho pensato di utilizzare una lavagna come memo, ma spesso sono troppo voluminose o vanno appese al muro, vivendo in un piccolo appartamento ho quindi optato per una cornice da utilizzare al posto delle classiche lavagne, una memo cornice. Comoda da appoggiare su qualsiasi superficie, comodamente spostabile all’evenienza per avere sempre sott’occhio il memo da ricordare ed assolutamente personalizzabile in base ai vostri gusti o all’arredamento delle vostre case o uffici.

Se anche voi volete dare un tocco di stile ai vostri memo spezzando la consuetudine di lavagne e pannelli di sughero, seguite il mio video tutorial e non rischierete più di uscire di casa o dall’ufficio dimenticando quello che vi serviva (testa a parte, quella è attaccata, non è necessario nessun meno, basta farci caso di tanto in tanto :-p).
 

MATERIALI NECESSARI

  • Una cornice. Io ho usato FISKBO dell’IKEA, ma potete utilizzare qualsiasi cornice di vostro gradimento che meglio si adatta al vostro ambiente e al vostro stile.
  • Della carta decorativa. Va bene di qualsiasi tipo, dalla carta di riso al foglio di giornale, date sfogo alla vostra fantasia.

 

TRUCCHI E SUGGERIMENTI
Per rendere la memo cornice più ecologica, potete utilizzare carta riciclata:

  • io, ad esempio, ho usato una bustina regalo utilizzata che avevo conservato. Può essere sia un buon modo per riciclare, sia per riutilizzare una carta dalla fantasia che vi piaceva, ma che non avreste potuto sfruttare diversamente;
  • potreste utilizzare una cornice più grande da appendere al muro, così da poter avere a tutti gli effetti una lavagna per appunti, ma anche un moderno e originale quadro quando questo non viene utilizzato come memo:
    memo cornice su armadio
  • non limitatevi al muro! Potete attaccarla alla porta, con del nastro a tenuta extraforte come il Pattex Nastro Biadesivo ‘Mille Chiodi’. Io ho creato un’altra cornice memo di media grandezza da attaccare all’anta dell’armadio, il risultato è sicuramente d’effetto e indubbiamente molto comodo.
  • per scrivere sulla memo cornice potete usare qualsiasi pennarello cancellabile per lavagne, ma per un tocco più particolare vi suggerisco di usare i pennarelli cancellabili ad effetto gessetto come ad esempio queste Stationery Island Chalk
superbox

SuperBox: la scatola di fazzoletti di Super Mario

Quante volte abbiamo dovuto convivere a stretto contatto con una scatola di fazzoletti sopratutto durante un malanno stagionale, stufandoci di vedere sempre la solita monotona scritta?!
Durante l’ultima influenza ho pensato che sarebbe stato più allegro avere una scatola di fazzoletti con un look accattivante, come la SuperBox di Super Mario.

Io adesso sono pronta per vivere più allegramente il prossimo raffreddore, preparatevi anche voi seguendo il mio video tutorial per creare la vostra scatola di fazzoletti Super Box.
 

MATERIALI NECESSARI

  • Una confezione di fazzoletti cubica.
  • Colla stick.
  • Colori acrilici.
  • Pennelli.
  • Cartoncino bianco.

 

TRUCCHI E SUGGERIMENTI
Una volta terminati i fazzoletti nella “super box” potreste:

  • riutilizzare la scatola come porta oggetti, magari per contenere le schede di gioco del 3DS (o le vecchie card del GameBoy)
  • usarla come salvadanaio per richiamare ancora di più i blocchi del mitico Super Mario!
  • seguendo la vostra fantasia può diventare qualsiasi altro blocco, basta cambiare il pattern e si potrà facilmente avere un blocco alla Minecraft o il cubo di Portal
Cuscino Problematico

Cuscino problematico, il cuscino fai da te

Durante un giro per negozi ho visto una maglietta stupenda con la scritta “problem maker“, perfetta per me se non per il piccolo particolare che non c’era la taglia idonea. Nonostante questo non potevo lasciarla, così mi è venuto in mente che sarebbe potuta diventare un ottimo cuscino e dato il prezzo esiguo ho ceduto all’acquisto: da qui il nome “cuscino problematico” 🙂

Se anche voi avete trovato la maglietta del cuore ma non c’è la vostra taglia, o se non volete disfarvi di una vecchia compagna di avventure ormai da cestinare, seguendo il mio video tutorial potrete trasformarla facilmente in una fodera per cuscino.

 

MATERIALI NECESSARI

  • Un cuscino.
  • Una maglietta.

 

TRUCCHI E SUGGERIMENTI
Per produrre il “cuscino problematico” ho utilizzato la macchina da cucire, ma se preferite stare alla larga da aghi e fili:

Nutellampa

Nutellampa: binomio lampada e Nutella

Finire un barattolo di Nutella è sicuramente un momento sconfortante, ho cercato di rendere l’evento più “radioso” trasformandolo in una lampada meglio definita come “Nutellampa” 🙂

Oltre ad essere utile e funzionale, è un ottimo modo per riciclare, quindi se volete anche voi la vostra “Nutellampa” potete seguire il mio video tutorial e una volta finito un barattolo di Nutella (so che sarà molto facile :-p), non vi resterà che rimboccarvi le maniche.

 

MATERIALI NECESSARI

  • Un barattolo di Nutella.
  • Una lampada led come la SOAIY 5 LED Lampada Wireless Luce al Tocco o reperibile in qualsiasi negozio di articoli per la casa. Per un barattolo di Nutella da 825g l’ideale è una lampada led dalle dimensioni massime di 7cm.

 

TRUCCHI E SUGGERIMENTI
Potete usare “Nutellampa” in svariati modi:

  • come luce notturna in giro per la casa;
  • per dare un tocco particolare alla cucina;
  • come centro tavola per la colazione;
  • riempiendola di biglie o altri elementi decorativi, così da creare giochi di luce una volta accesa e conferirle più carattere da spenta.
vitimagneti

Vitimagneti: calamite personalizzate per il frigorifero

Vi è mai capitato di attaccare al frigorifero dei post-it o bigliettini tenuti fermi da un pezzo di scotch o calamite souvenir delle vacanze? A me molto spesso, ho quindi deciso di fare delle semplici calamite personalizzate che funzionano un po’ come le classiche puntine da bacheca di sughero.
Ho avuto l’idea delle “vitimagneti” per dare al frigorifero e alla bacheca magnetica un aspetto ancora più interessante!

Seguendo il mio video tutorial potrete produrre facilmente anche voi le “vitimagneti” per ravvivare la vostra scrivania o dare un pensiero a qualcuno che ama il fai da te.

 

MATERIALI NECESSARI

  • Viti a punta piatta: facilmente reperibili dal ferramenta o in un negozio di articoli per la casa.
  • Colla ad alta tenuta: io ho usato la B-7000, ma vanno benissimo anche la Attak o simili.
  • Calamite: quelle che vedete nel video sono le calamite in neodimio perché con potere attraente maggiore di quelle in ferrite (a parità di dimensione). Potete acquistare online 60PCS Magneti al neodimio oppure li trovate nei negozi di hobbistica o modellistica.

 

TRUCCHI E SUGGERIMENTI
Per un effetto ancora più interessante delle “vitimagneti“:

  • potete comprare viti colorate come le Viti Pig: Neon Skewers 1″ Phillips;
  • potete tingere le viti con la bomboletta spray;
  • se avete una superficie magnetica, come una lavagna per appunti, potete usare direttamente le viti senza il magnete, il che renderà l’effetto “avvitato” ancora più realistico
Borsa Danneggiata con_Charm_Civetta

Borsa danneggiata: come riparare la chiusura magnetica

Qualche mese fa ho comprato una borsa che dopo pochissimo tempo ha iniziato a rovinarsi in corrispondenza della chiusura magnetica. Mi dispiaceva doverla buttare via perchè era ancora in ottimo stato, quindi ho pensato di riparare la chiusura magnetica coprendo la magagna con un charm.

Se anche voi avete una borsa con la chiusura danneggiata, potete utilizzare questo piccolo accorgimento per nascondere il difetto e renderla ancora più interessante e personale. Seguendo il mio video tutorial potrete dare una nuova vita alla vostra borsa danneggiata.
 

MATERIALI NECESSARI

  • Borsa: danneggiata o da personalizzare.
  • Ciondolo: potete usarne uno che avete in casa, acquistarlo on line o in un negozio di hobbistica.
  • Colla: La E6000 Multi Purpose Adhesive sarebbe la più adatta. Io ho usato la B-7000 che va altrettanto bene, ma potete usare qualsiasi colla a tenuta elastica, in modo da evidare che il ciondolo si stacchi con i movimenti del tessuto o se lo tirate accidentalmente.

 

TRUCCHI E SUGGERIMENTI
Per riparare e personalizzare la vostra borsa danneggiata potreste:

  • usare il ciondolo di una collana rotta o che non usate più, così da rendere il progetto ancora più “green”;
  • sostituire il charm con una toppa ricamata come, ad esempio, una di queste Toppe Harry Potter, termoadesiva, multicolore